Differenze tra le versioni di "Installation from USB-IT"

Da PoliArch.
m (aggiunto template d'uscita)
(Configurare il sistema)
 
(2 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
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== Installazione ==
 
== Installazione ==
Per prima cosa bisogna avviare l'AIF (Arch Installation Framework):
+
* Gli Arch Install Scripts (https://github.com/falconindy/arch-install-scripts) sono un set di
 +
script scritti in Bash che semplificano l'installazione di (Poli)Arch Linux.
  
# /arch/setup
+
Questo articolo riassume un processo di base di installazione con questi script.
  
<h4>Selezionare la sorgente</h4>
+
=== Partizionare i dischi ===
 +
* Ricordarsi di creare tutti i dispositivi a blocchi accatastati come LVM, LUKS, o RAID.
 +
* Se si sta utilizzando (U) EFI avrete probabilmente bisogno di un'altra partizione per ospitare la partizione di sistema UEFI (FAT32 >= 512Mb).
 +
* Formattare le partizioni
  
<p>Come primo si deve scegliere il repository da dove installare Arch Linux.
+
=== Montare le partizioni ===
Se &egrave; disponibile una connessione veloce a internet si potrebbe preferire abilitare un mirror in rete
+
* Montare la partizione di root su /mnt .  
per essere sicuri di ottenere gli ultimi pacchetti invece di utilizzare il CD, o contenuto dell'immagine USB,
 
potenzialmente obsoleto .
 
Se si dispone di un'immagine Netinstall la NET installation sar&agrave; l'unica scelta possibile ;-).
 
È inoltre possibile montare i propri repository nella struttura di filesystem manualmente.
 
Se si utilizza una immagine Core e non dispone di una connessione internet veloce,
 
probabilmente avrete bisogno di utilizzare l'archivio di base incluso, a meno che non sia molto vecchio.  
 
L'unico requisito è di selezionare un repository centrale.
 
È possibile combinare repository locali e remoti, ma solo se si sa cosa si sta facendo.
 
(combinazione di un archivio Core più vecchio con i nuovi pacchetti da un mirror di rete si tradurrà in pacchetti corrotti)</p>
 
  
<h5>Optionale: solo quando si utilizza il mirror di rete</h5>
+
Si devono anche creare le directory per montare le altre partizioni (es: /mnt/boot, /mnt/home, ecc..) se si desidera che vengano rilevate da "genfstab".
  
<h6>Scegliere il mirror</h6>
+
=== Installare il sistema base ===
 +
Prima di procedere è necessario modificare il file /etc/pacman.d/mirrorlist abilitando i
 +
mirror di vostro gradimento e facendo in modo che risulti in cima alla lista. Questa
 +
copia del mirrorlist sarà pure installata sul nuovo sistema da pacstrap , quindi
 +
conviene impostarlo come si deve.
 +
Utilizzare lo script pacstrap (https://github.com/falconindy/arch-install-scripts
 +
/blob/master/pacstrap.in) che installerà il sistema base. Il gruppo base-devel dovrebbe
 +
essere installato se si prevede di compilare software dal AUR o usando ABS.
  
<p>La voce Choose Mirror permetter&agrave; di selezionare il mirror preferito per
+
# pacstrap /mnt base base-devel
scaricare i pacchetti da installare nel sistema. In generale, una buona scelta
 
&egrave; quella di selezionare un mirror vicino a dove si vive (per l'Italia, vista l'assenza di server sul nostro territorio, guardare nella lista dei mirror tedeschi o francesi), in modo da ottenere le velocit&agrave; migliori. Successivamente,
 
l'installer chieder&agrave; se questa scelta debba essere confermata anche per
 
impostare il mirror di default del sistema.</p>
 
  
<p><em>*Nota: *</em> ftp.archlinux.org &egrave; limitato a 50 KB/s.</p>
+
Altri pacchetti possono essere installati aggiungendo i loro nomi al comando precedente
 +
(separati da uno spazio), incluso il bootloader che si desidera.
  
<p>Queste voci di men&ugrave; saranno disponibili solo se si sceglie l'installazione
+
=== Installare un bootloader ===
via FTP. Dopo aver scelto il mirror, si potr&agrave; tornare al men&ugrave; principale.</p>
+
==== Grub ====
 +
===== Sistemi BIOS =====
 +
# pacstrap /mnt grub-bios
  
<h3>Impostare un Editor</h3>
+
=====  Sistemi EFI =====
 +
# pacstrap /mnt grub-efi-x86_64
  
<p>Consente di impostare un editor di vostra preferenza.
+
Installare GRUB dopo aver effettuato il chroot (/mnt).
Avrete la possibilità di scegliere tra nano e VI (e pico/joe/vim se si installano
 
in una console separata). È possibile saltare questo passaggio, ma vi verrà richiesto nuovamente
 
se necessario.</p>
 
  
<h4>Configurare l'Orologio</h4>
+
==== Syslinux ====
 +
# pacstrap /mnt syslinux
  
<p>La voce Set Clock permette di configurare l'orologio di sistema e la data.
+
=== Configurare il sistema ===
Innanzitutto, sar&agrave; necessario specificare se il proprio orologio di sistema
+
* Generare un file fstab con il seguente comando (se si preferisce utilizzare gli
debba essere impostato su UTC o su localtime.
+
UUID o i labels , aggiungere risperttivamente le opzioni -U o -L ):
É preferibile che sia impostato s UTC, ma nel caso vi siano installati anche
+
altri sistemi operativi che non sono in grado di gestire l'orario UTC del BIOS
+
# genfstab -p /mnt >> /mnt/etc/fstab
correttamente -come Windows- sar&agrave; necessario scegliere localtime. Dopodich&acute;
 
verr&agrave; richiesto di selezionare il proprio continente/nazione (timezone - per
 
l'Italia Europe/Rome), e si potr&agrave; impostare la data e l'ora (si pu&ograve; controllare
 
su [http://www.ntp.org/ NTP] se la connessione &egrave; attiva).</p>
 
  
<h4>Preparazione del disco rigido</h4>
+
* Entrare tramite chroot nel nostro nuovo sistema installato.
  
<p>La voce Prepare Hard Drive dar&agrave; accesso a un sottomen&ugrave; con due alternative di
+
# arch-chroot /mnt
preparazione del disco (o o dei dischi) che verr&agrave; usato per l'installazione,
 
oltre che a un sistema per annullare le scelte fatte in caso di errore.</p>
 
  
<ul>
+
* Scrivere il proprio hostname nel file /etc/hostname .
<li>Auto-prepare partizioner&agrave; automaticamente (e sovrascriver&agrave; completamente) un
 
disco scelto dall'utente, creando un semplice schema di partizionamento con
 
una partizione /boot, una partizione swap, una partizione / e una partiizone
 
/home, lasciando qualche scelta in merito alle dimensioni e ai filesystem da
 
utilizzare.</li>
 
<li>In alternativa, sar&agrave; possibile partizionare manualmente uno o pi&ugrave; dischi
 
rigidi, oltre a definire  sempre manualmente la configuraizone completa
 
delle partiizoni sui dischi. Anche sistemi come lvm e dm_crypt possono
 
essere utilizzati tramite questo metodo.</li>
 
<li>L'ultima scelta, la Rollback feature in pratica annuller&agrave; tutte le scelte
 
fatte fino ad ora, permettendo di rifare tutto. Sarete avvisati di tutte le
 
operazioni che verranno annullate.</li>
 
</ul>
 
  
<p>Note:</p>
+
# echo "nome-pc" > /etc/hostname
  
<ul>
+
* creare un link simbolica da /usr/share/zoneinfo/Zone/SubZone a /etc/localtime .
<li>AIF pu&ograve; fornire assistenza nell'impostazione dei volumi dm_crypt e lvm, ma
 
non (ancora) per quelli softraid.</li>
 
<li>AIF non pu&ograve; ad oggi dare assistenza nella creazione di gruppi di volume da
 
spalmare su diversi volumi fisici (se si avesse bisogno di questo, usare
 
vgcreate).</li>
 
<li>AIF supporta il riuso dei filesystem, ma solo se pu&ograve; trovarne il
 
dispositivo a blocchi. Se si vuole riutilizzare un filesystem su un volume
 
lvm/dm_crypt/softraid, si devono impostare questi volumi manualmente.</li>
 
</ul>
 
  
<h5>Auto-Prepare (autopreparazione)</h5>
+
Rimpiazzare Zone e Subzone in base alle proprie preferenze. Per esempio:
 +
 +
# ln -sf /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime
  
<p>Scegliendo Auto-Prepare, il disco selezionato verr&agrave; diviso automaticamente in
+
* Impostare il proprio locale in /etc/locale.gen
quattro partizioni: /boot, swap, root e /home, e per tutte e quattro verranno
 
creati i filesystem. Queste partizioni saranno anche montate nei punti di
 
mount adeguati. Nello specifico, questa opzione creer&agrave;:</p>
 
  
<ul>
+
# locale-gen
<li>una partizione /boot ext2 da 32 MB</li>
 
<li>una partizione swap da 256 MB</li>
 
<li>una partizione root da 7,5 GB</li>
 
<li>una partizione /home per tutto lo spazio rimanente</li>
 
</ul>
 
  
<p>Verr&agrave; richiesto se si desidera modificare le dimensioni delle prime 3, ma la
+
* Configurare /etc/mkinitcpio.conf in base alle proprie necessità (di solito da lasciare invariato) e creare l'immagine ramdisk iniziale con:
partizione /home sar&agrave; quella che andr&agrave; poi a riempire tutto il disco. </p>
+
 +
# mkinitcpio -p linux
  
<p><strong>AUTO-PREPARE CANCELLERA’ TUTTI I DATI PRESENTI SUL DISCO RIGIDO!</strong></p>
+
=== Configurare il bootloader ===
 +
* Per syslinux, modificare il file /boot/syslinux/syslinux.cfg per puntare alla giusta
 +
partizione di / (root). Quindi digitare il seguente comando per installare ( -i ),
 +
impostare il flag di avvio ( -a ) e installare sull'mbr ( -m ).:
  
<h5>Partizionamento manuale dei dischi rigidi</h5>
+
# syslinux-install_update -iam
  
<p>Tramite questo metodo sar&agrave; necessario selezionare il disco che si vuol
+
Per GRUB:
partizionare, dopodich&egrave; automaticamente verr&agrave; caricato il programma cfdisk,
+
# grub-install /dev/sdX
grazie al quale si potranno modificare dimensioni e numero di partizioni, per
 
poi salvare e confermare la configurazione scelta con [Write] (Scrivi) e [Quit]
 
(Chiudi). Sar&agrave; necessario creare almeno una partizione root per
 
poter continuare l’installazione. </p>
 
  
<h5>Configurazione manuale dei dispositivi a blocchi, dei filesystem e</h5>
+
Creare ora il file grub.cfg
 +
# grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg
  
<p>dei punti di montaggio</p>
+
* Impostare la password di root con
  
<p>In questo men&ugrave; saranno visualizzate tutte le partizioni riconosciute. A
+
# passwd
questo punto si possono creare i filesystem.
 
Si dovrebbe fare attenzione a queste considerazioni:</p>
 
  
<ul>
+
* Smontare le partizioni montate
<li>Tutto queso &egrave; solo un modello; tutte le modifiche fatte non saranno
 
eseguite finch&egrave; non completerete la procedura confermando tutto.</li>
 
<li>Non tutti i dispositivi a blocchi supportano tutti i filesystem (e.g. non si
 
pu&ograve; mettere un gruppo di volumi LVM su qualcosa che non sia un volume fisico
 
LVM). L'installer mostrer&agrave; automaticamente solo i filesystem utilizzabili
 
per ogni partizione, e nel caso ve ne sia solo uno disponibile selezioner&agrave;
 
automaticamente quello.</li>
 
<li>Alcuni filesystem implicano la creazione di nuovi dispositivi a blocchi.
 
&Egrave; il caso dei volumi dm_crypt e lvm. Appariranno nel modello e si potr&agrave;
 
scegliere anche per essi il tipo di filesystem da utilizzare.</li>
 
<li>Quando verr&agrave; richiesto se utilizzare le opzioni (non obbligatorie)
 
da passare a mkfs, gli argomenti devono essere aggiunti esattamente come
 
quando si utilizza direttamente il comando.
 
Ad esempio, per disablilitare il journaling sui filesystems ext:
 
<ul>
 
<li>non scrivete: <code>^has_journal</code></li>
 
<li>ma piuttosto: <code>-O ^has_journal</code></li>
 
</ul></li>
 
<li>Utilizzare 'dev' è il modo più semplice per riferirsi ai propri dischi nei file
 
di configurazione, come fstab e il menu.lst di grub (file di dispositivo semplici).
 
Aggiornamenti del kernel possono provocare la ri-nominazione dei dispositivi, che comporta dei problemi.
 
'uuid' è un hassle-free (anche se un po' brutto), ed una maniera solida per riferirsi ai dischi,
 
'label' userà l'etichetta dei filesystem - che è possibile scegliere - e
 
tornerà ad usare 'dev' se necessario.
 
</ul>
 
  
<p>Una volta completata la configurazion del filesystem, per proseguire
+
# cd ; umount /mnt/* ; umount /mnt
selezionare il pulsante 'Done'. A questo punto verr&agrave; eseguito un controllo che
 
avviser&agrave; di eventuali errori critici (come l'assenza di una partizione root ad
 
esempio) e far&agrave; altre segnalazioni meno importanti, che si possono anche
 
ignorare (come l'assenza di partizioni swap).
 
Se si riscontrano errori si pu&ograve; tornare indietro per sistemare questi problemi,
 
altrimenti si continua fino a quando sar&agrave; tutto configurato come richiesto.</p>
 
  
<p>Per esempio, se si vuol creare un sistema che sfrutti LVM sopra dm_crypt,
+
NOTA: Se si è ancora in ambiente chroot, uscire con
si dovrebbe:</p>
+
# exit
 +
o
 +
# Ctrl+D
  
<ul>
+
Riavviare il computer e proseguire nella configurazione del nuovo sistema installato.
<li>assicurarsi di avere due partizioni, una piccola per un avvio non criptato
 
(circa 100M), e una per il resto del sistema criptato (si possono creare
 
tramite il partizionamento manuale - "Manually partition hard drives").</li>
 
<li>su /dev/sdX1 creare un filesystem ext2 con punto di montaggio /boot</li>
 
<li>su /dev/sdX2 fare un volume dm_crypt, con etichetta sdX2crypt
 
(o una etichetta di propria scelta)</li>
 
<li>apparir&agrave; /dev/mapper/sdX2crypt, su cui si dovr&agrave; mettere un volume fisico LVM</li>
 
<li>apparir&agrave; anche /dev/mapper/sdX2crypt+, cio&egrave; la rappresentazione del volume
 
fisico. Su questo di dovr&agrave; mettere un gruppo di volumi, con etichetta
 
cryptpool (o altra etichetta a piacere)</li>
 
<li>infine, apparir&agrave; /dev/mapper/cryptpool. Su questo gruppo di volumi si
 
possono montare volumi logici multipli. Crearne due:
 
<ul>
 
<li>uno da 5G: etichettarlo cryptroot</li>
 
<li>uno da 10G: etichettarlo crypthome</li>
 
</ul></li>
 
<li>appariranno 2 ulteriori volumi:
 
<ul>
 
<li>/dev/mapper/cryptpool-cryptroot: su questo dispositivo a blocchi si deve
 
mettere il filesystem root, con punto di montaggio /.</li>
 
<li>/dev/mapper/cryptpool-crypthome &egrave; il dispositivo a blocchi sul quale
 
mettere il filesystem con punto di montaggio /home.</li>
 
</ul></li>
 
<li>Se si desidera uno spazio di swap, creare un volume logico per la swap,
 
sopra il quale ci si deve mettere un volume di swap.</li>
 
<li>Questo &egrave; tutto! Selezionando 'done' verr&agrave; elaborato il modello e creato
 
tutto il setup dei dischi come &egrave; stato progettato.
 
L'utilit&agrave; di questo procedimento sta nel fatto che si pu&agrave; iniziare con <br />
 
volumi di dimensioni relativamente ridotte, e se in futuro dovesse servire
 
ulteriore spazio si pu&ograve; ingrandire il volume logico e il relativo filesystem.</li>
 
</ul>
 
  
<h5>Rollback</h5>
+
[[Categoria:Documentazione]]
 
 
<p>La funzione rollback far&agrave; tutto il necessario per ritornare alla situazione precedente ai cambiamenti che avete fatto manualmente nella parte Impostazione manuale dei filesystem e dei punti di montaggio o a quelli fatti dall' Auto Prepare, in modo da rifare tutto dall'inizio.</p>
 
 
 
<p>Quello che si pu&ograve; fare:</p>
 
 
 
<ul>
 
<li>smontare i filesystem dal sistema che verr&agrave; installato</li>
 
<li>distruggere eventuali volumi LVM e dm_crypt.</li>
 
</ul>
 
 
 
<p>Quello che non si pu&ograve; fare:</p>
 
 
 
<ul>
 
<li>ripristinare il partizionamento precedente</li>
 
<li>rimuovere filesystem semplici come gli ext3, xfs, swap e simili.</li>
 
</ul>
 
 
 
<p>La ragione di ci&ograve; &egrave; molto semplice: vanno annullati i passi che possano compromettere eventuali preparazioni successive dei dischi.</p>
 
 
 
<h4>Selezionare i pacchetti</h4>
 
 
 
<p>"Select Packages" permetter&agrave; di selezionare i pacchetti che si desiderano
 
installare dal CD, da USB oppure dal mirror NET. In primo luogo, viene chiesto di selezionare un pacchetto
 
per il bootloader (il bootloader sarà configurato più tardi nella fase "Installare un Bootloader").
 
Dopo questo, è possibile selezionare interi gruppi contenenti i pacchetti che interessano, e
 
quindi perfezionare la scelta selezionando o deselezionando i pacchetti
 
usando la barra spaziatrice della tastiera. Si raccomanda l'installazione di
 
tutti i pacchetti della categoria "base" e nient'altro a questo punto
 
dell'installazione. L'unica eccezione riguarda i pacchetti necessari per
 
configurare la connessione internet.</p>
 
 
 
<p>Una volta selezionati i pacchetti necessari, uscire dalla schermata della
 
selezione e proseguire con il passo successivo.</p>
 
 
 
<h4>Installare i pacchetti</h4>
 
 
 
<p>La voce "Install Packages" installer&agrave; il sistema base e tutti i pacchetti
 
selezionati (risolvendone le dipendenze) sul disco rigido.</p>
 
 
 
<h4>Configurare il sistema</h4>
 
 
 
<ul>
 
<li>preconfigura automaticamente alcuni file di configurazione (ad esempio menu.
 
lst di grub, gli HOOK di mkinitcpio.conf, le impostazioni per la mappatura
 
della tastiera in rc.conf, i mirror di pacman, ecc.)</li>
 
<li>preconfigura alcuni file dopo l'intervento dell'utente (ad esempio le
 
impostazioni di rete)</li>
 
<li>permette di cambiare manualmente importanti file di configurazione per il
 
sistema finale.</li>
 
<li>permette di scegliere la password di root per il sistema finale</li>
 
<li>eseguire automaticamente alcuni strumenti che utilizzano la configurazione aggiornata (locales,
 
mkinitcpio, impostare l'orologio, etc)</li>
 
</ul>
 
 
 
<p><strong>File di configurazione</strong></p>
 
 
 
<p>Questi sono i file di configurazione fondamentali per Arch Linux.
 
Se si ha bisogno di assistenza nella configurazione di un servizio specifico,
 
si legga la pagina man del servizio stesso o si faccia riferimento a una
 
qualsiasi documentazione online.
 
In molti casi, il [http://wiki.archlinux.org/ Wiki] di Arch Linux e il [http://bbs.archlinux.org/ forum] della comunit&agrave;
 
costituiscono un'ottima fonte.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li>/etc/rc.conf</li>
 
<li>[http://wiki.archlinux.org/index.php/Fstab  /etc/fstab]</li>
 
<li>/etc/mkinitcpio.conf</li>
 
<li>/etc/modprobe.d/modprobe.conf</li>
 
<li>/etc/resolv.conf</li>
 
<li>/etc/hosts</li>
 
<li>/etc/locale.gen</li>
 
<li>/etc/pacman.d/mirrorlist</li>
 
<li>/etc/pacman.conf</li>
 
<li>/etc/crypttab</li>
 
</ul>
 
 
 
<p><strong>/etc/rc.conf</strong></p>
 
 
 
<p>Questo &egrave; il file di configurazione principale di Arch Linux. Permette di
 
impostare la tastiera, il fuso orario, il nome dell'host, la rete, i demoni da
 
eseguire all'avvio e i moduli da caricare all'avvio, i profili e molto di pi&ugrave;.</p>
 
 
 
<p><strong>LOCALE:</strong> Questo imposta la lingua del sistema, che verr&agrave; utilizzata da tutte
 
le applicazioni che fanno uso della specifica i18n-. Vedere inoltre locale.gen
 
pi&ugrave; sotto per le opzioni disponibili. Il default &egrave; ovviamente impostato
 
sull'Inglese</p>
 
 
 
<p><strong>HARDWARECLOCK:</strong> Mettere UTC se l'orologio di sistema del BIOS &egrave; impostato
 
su UTC, oppure localtime se l'orologio di sistema &egrave; impostato sull'ora locale.
 
Se si ha un sistema operativo che non pu&ograve; gestire l'ora UTC
 
del BIOS (come Windows), scegliere localtime, mentre in caso contrario UTC &egrave;
 
preferibile, poich&acute; cambier&agrave; automaticamente l'ora solare\legale oltre ad avere
 
qualche altro aspetto positivo.</p>
 
 
 
<p><strong>USEDIRECTISA:</strong> Se impostato a "yes" dir&agrave; al hwclock di usare specifiche
 
istruzioni I/O per accedere all'orologio hardware. Altrimenti hwclock tenter&agrave;
 
di usare il dispositivo /dev/rtc che riterr&agrave; essere governato dal driver del
 
dispositivo rtc. Quest'impostazione, di base "no", va bene per le persone che
 
non usano una macchina ISA.</p>
 
 
 
<p><strong>TIMEZONE:</strong> Specifica il fuso orario. Le opzioni possibili sono i percorsi
 
relativi a un file di fuso orario presente nella cartella /usr/share/zoneinfo.
 
Per esempio, il fuso orario per la Germania sar&agrave; 'Europe/Berlin', che fa
 
riferimento al file /usr/share/zoneinfo/Europe/Berlin. Se non si conosce il
 
nome esatto del file del fuso orario di appartenenza, si pu&ograve; impostarlo in un
 
altro momento.</p>
 
 
 
<p><strong>KEYMAP:</strong> Definisce la mappa dei tasti da caricare col programma loadkeys
 
all'avvio del sistema. Possibili mappe di tasti si trovano in /usr/share/kbd/
 
keymaps. Si consideri che questa configurazione &egrave; valida solo nell'ambiente
 
TTY, non per i window manager grafici o per X! L'impostazione di default
 
&egrave; per la tastiera americana.</p>
 
 
 
<p><strong>CONSOLEFONT:</strong> Definisce il font da utilizzare per la console, che verr&agrave;
 
caricato all'avvio con il comando setfont. Possibili font da utilizzare si
 
trovano in /usr/share/kbd/consolefonts.</p>
 
 
 
<p><strong>CONSOLEMAP:</strong> Definisce la mappa dei caratteri per la console da caricare con
 
il programma setfont all'avvio. Le mappe possibili si trovano in
 
/usr/share/kbd/consoletrans. Impostare una mappa adatta al proprio locale
 
(8859-1 per Latin1, per esempio) se &egrave; stato definito un locale utf8, e si usano
 
programmi che generano output a 8-bit. Se si utilizza X per il lavoro di tutti
 
i giorni si pu&ograve; anche ignorare questa configurazione, visto che influisce solo
 
sull'output dei programmi GNU\Linux da console.</p>
 
 
 
<p><strong>USECOLOR:</strong> Abilita (o disabilita) i messaggi di stato colorati durante la
 
fase di inizializzazione del sistema.</p>
 
 
 
<p><strong>MOD_AUTOLOAD:</strong> Se impostato su "yes", udev sar&agrave; abilitato a caricare
 
automaticamente i moduli appropriati durante l'inizializzazione. Se &egrave; impostato
 
su "no" non lo far&agrave;.</p>
 
 
 
<p><strong>MODULES:</strong> In questa sezione si possono elencare i nomi dei moduli che si
 
vogliono caricare all'avvio, senza doverli legare a un particolare dispositivo
 
hardware come nel file modprobe.conf. &Egrave; sufficiente aggiungere il nome del
 
modulo qui, e inserire le eventuali opzioni nel file modprobe.conf. Apponendo
 
un punto esclamativo ('!') davanti al nome del modulo si eviter&agrave; che venga
 
caricato.</p>
 
 
 
<p><strong>USELVM:</strong> Imposta "yes" per eseguire un vgchange durante il sysinit,
 
attivando cos&igrave; qualsiasi gruppo LVM.</p>
 
 
 
<p><strong>HOSTNAME:</strong> Indicare qui il nome di host della macchina, senza la parte del
 
dominio. Questo nome &egrave; a totale scelta dell'utente, sempre che si limiti a
 
lettere, numeri e pochi altri caratteri speciali come il trattino.</p>
 
 
 
<p><strong>INTERFACES:</strong> Definire qui le impostazioni delle interfacce di rete. Le
 
righe di default e i commenti inclusi sono abbastanza autoesplicativi. Se si
 
usa il DHCP, 'eth0="dhcp"' dovrebbe funzionare. Se invece non lo si utilizza,
 
si tenga a mente che il valore della variabile (il cui nome deve essere uguale
 
al nome del dispositivo di rete che si intende configurare) sar&agrave; uguale alla
 
lista di opzioni che si dovrebbe accodare al comando ifconfig se si dovesse
 
configurare il dispositivo manualmente nella shell.</p>
 
 
 
<p><strong>ROUTES:</strong> Vengono definiti qui gli instradamenti statici della rete con un
 
nome arbitrario. Per avere un'idea si veda l'esempio per un gateway predefinito.
 
Fondamentalmente la parte tra apici &egrave; identica quello che si passerebbe a un
 
comando add di route dato manualmente, quindi &egrave; consigliabile una lettura alla
 
pagina man di route, o semplicemente lasciare vuota questa voce.</p>
 
 
 
<p><strong>[/index.php/Network_Profiles  NET_PROFILES]:</strong> Abilita specifici profili di rete all'avvio. I profili
 
di rete forniscono una vantaggiosa via per la gestione di configurazioni di
 
rete multiple, e sono pensate per sostituire la configurazione standard
 
INTERFACES/ROUTES che &egrave; ancora consigliata per sistemi con una sola
 
configurazione di rete. Se il computer far&agrave; parte di varie reti in momenti
 
diversi (ad esempio un portatile), si consiglia di dare uno sguardo alla
 
cartella /etc/network-profiles/ per impostare qualche profilo. Nella cartella
 
c'&egrave; un file modello che pu&ograve; essere usato per creare nuovi profili. In questo
 
caso serve il pacchetto netcfg.</p>
 
 
 
<p><strong>DAEMONS:</strong> Questo array &egrave; semplicemente una lista dei nomi degli script
 
contenuti in /etc/rc.d/ che si ritiene debbano essere eseguiti durante il
 
processo di avvio. Se il nome di uno script &egrave; preceduto da un punto esclamativo
 
(!), non sar&agrave; eseguito. Se uno script &egrave; preceduto dalla simbolo della
 
chiocciola (@), sar&agrave; eseguito in background, ovvero la sequenza d'avvio non
 
attender&agrave; il completamento prima di continuare. Solitamente non &egrave; necessario
 
cambiare i valori predefiniti per avere un sistema funzionante, ma si dovr&agrave;
 
modificare questo array nel caso che siano installati servizi di sistema
 
come sshd, e si voglia farli partire automaticamente all'avvio.</p>
 
 
 
<p><strong>[http://wiki.archlinux.org/index.php/Fstab  /etc/fstab]</strong></p>
 
 
 
<p>Le impostazioni relative ai filesystem e ai punti di montaggio sono inserite in
 
questo file. L'installer dovrebbe aver gi&agrave; creato le voci necessarie.
 
Assicurarsi che siano complete e corrette.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/mkinitcpio.conf</strong></p>
 
 
 
<p>Questo file permette di perfezionare l'iniziale ramdisk per il sistema. Il
 
ramdisk &egrave; un'immagine compressa letta dal kernel durante la fase di avvio. Il
 
suo scopo &egrave; di caricare il sistema fino all'accesso nel filesystem di root.
 
Questo significa che deve caricare tutti i moduli necessari a individuare cose
 
come unit&agrave; IDE, SCSI, o SATA (oppure USB/FW se si avvia da unit&agrave; USB/FW). Una
 
volta che il ramdisk ha caricato i moduli corretti, sia manualmente che tramite
 
udev, il controllo passa al sistema Arch e la fase di avvio continua. Per
 
questo motivo, il ramdisk deve contenere solamente i moduli necessari ad
 
accedere al filesystem root. Non serve che contenga moduli che non verranno
 
mai usai. La maggior parte dei moduli usati quotidianamente difatti sar&agrave;
 
caricata da udev successivamente, durante il processo init.</p>
 
 
 
<p>Di default, mkinitcpio.conf &egrave; configurato per caricare tutti i moduli per
 
sistemi  IDE,SCSI o SATA attraverso i cosidetti HOOK. L'installer dovrebbe
 
inoltre aver inserito hook come crypt, lvm, keymap e usbinput se necessario.
 
Ci&ograve; significa che l'initrd predefinito dovrebbe funzionare in tutti i casi. &Egrave;
 
possibile modificare mkinitcpio.conf e rimuovere gli HOOK di sottosistema (per
 
es. IDE;SCSI; RAID;USB ecc) che non servono.
 
Si pu&ograve; andare anche oltre nella personalizzazione specificando i moduli esatti
 
che servono nell'array MODULES rimuovendo quindi ulteriori hook, ma occorre
 
procedere con molta cautela.</p>
 
 
 
<p>Se si usa RAID nel filesystem di root, si dovranno configurare le specifiche
 
RAID che si trovano alla fine. Si vedano le pagine wiki relative a RAID e
 
mkinitcpio per ulteriori informazioni. Se non si usa una tastiera americana
 
si dovrebbe anche aggiungere l'hook chiamato 'keymap', oltrech&egrave; l'hook
 
'usbinput' se si usa una tastiera collegata tramite USB.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/modprobe.d/modprobe.conf</strong></p>
 
 
 
<p>Questo parametro fornisce indicazioni al kernel su quali moduli caricare per i
 
dispositivi di sistema, e quali opzioni applicarvi. Ad esempio, per far si che
 
il kernel carichi il modulo ethernet per Realtek 8139 quando avvia la rete
 
(ad es. quando prova a configurare eth0), usare queste linee:</p>
 
 
 
<pre> alias eth0 8139too
 
</pre>
 
 
 
<p>La maggior parte delle persone non hanno necessit&agrave; di modificare questo file.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/resolv.conf</strong></p>
 
 
 
<p>Utilizzare questo file per configurare manualmente il nameserver (o i
 
nameserver) preferito. Di base dovrebbe apparire cos&igrave;:</p>
 
 
 
<pre> search domain.tld
 
 
 
nameserver 192.168.0.1
 
 
 
nameserver 192.168.0.2
 
</pre>
 
 
 
<p>Sostituire domain.tld e l'indirizzo ip con i propri parametri. Il c.d. dominio
 
di ricerca indica il dominio predefinito che viene aggiunto ai nomi di host non
 
definiti. Impostandolo, un ping myhost diverr&agrave; in realt&agrave; un ping
 
myhost.domain.tld con i valori sopra specificati. Questi parametri non sono
 
tuttavia molto importanti e la maggior parte delle persone dovrebbe lasciarli
 
cos&igrave; come sono. Se si usa DHCP, questo file verr&agrave; modificato con i parametri
 
corretti automaticamente quando si stabilisce la connessione, quindi si pu&ograve;
 
ignorare tranquillamente questo file.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/hosts</strong></p>
 
 
 
<p>In questo file vengono definite le associazioni tra i nomi di host e gli
 
indirizzi ip dei computer nella rete. Se un nome di host non &egrave; riconosciuto
 
dal proprio DNS, si pu&ograve; aggiungerlo qui per permetterne la corretta
 
risoluzione, o per sovrascrivere le risposte del DNS. Normalmente non si ha
 
bisogno di modificare nulla, ma &egrave; sempre meglio aggiungere il nome di host e
 
il nome di host+dominio della macchina locale per risolvere l'IP
 
dell'interfaccia di rete. Altrimenti alcuni servizi, come ad esempio postfix,
 
fallirebbero. Se si &egrave; sicuri &egrave; meglio lasciare il file cos&igrave; com'&egrave; e finch&acute; non
 
ci si &egrave; documentati con man hosts.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/locale.gen</strong></p>
 
 
 
<p>Questo file contiene una lista dei locale supportati e dei set di caratteri
 
disponibili. Quando si sceglie un LOCALE nel file /etc/rc.conf o quando si
 
avvia un programma, viene richiesto di decommentare il locale corrispondente in
 
questo file, in modo tale da creare una versione “compilata” disponibile al
 
sistema; col il comando locale-gen da root vengono generati tutti i locale
 
ecommentati e inseriti poi al loro posto. Si dovrebbero decommentare tutti i
 
locale che si intendono usare.</p>
 
 
 
<p>Durante il processo d'installazione non c'&egrave; bisogno di eseguire locale-gen
 
manualmente; verr&agrave; fatto automaticamente dopo il salvataggio delle modifiche a
 
questo file. Di default, sono abilitati tutti i locale in linea con le
 
impostazioni LOCALE del file rc.conf. Per usare senza difficolt&agrave; il sistema si
 
dovrebbe decommentare, in questo file, almeno il locale utilizzato in rc.conf.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/pacman.d/mirrorlist</strong></p>
 
 
 
<p>Questo file contiene una lista di server dai quali pacman scaricher&agrave; i
 
pacchetti dei repository ufficiali Arch Linux. I server verranno interrogati
 
nell'ordine in cui sono elencati. La macro $repo viene espansa automaticamente
 
da pacman a seconda del repository (core, extra, community o testing).</p>
 
 
 
<p>Se si sta effettuan do un'installazione FTP, il mirror utilizzato per
 
scaricare i pacchetti verr&agrave; aggiunto in cima alla lista, in modo tale da
 
essere usato come server di default nel nuovo sistema Arch Linux.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/pacman.conf</strong></p>
 
 
 
<p>Qui possono essere specificati i parametri di pacman, come i repository da utilizzare.</p>
 
 
 
<p><strong>/etc/crypttab</strong></p>
 
<p>Se si utilizza la crittografia su un dispositivo che non viene utilizzato per la vostra root,
 
(e quindi non è abilitato dall'Hook encrypt in mkinitcpio.conf), è necessario configurare il volume
 
in questo file.</p>
 
 
 
<p><strong>Impostare la password di root</strong></p>
 
 
 
<p>A questo punto si deve scegliere la password di root per il sistema. Scegli
 
la password con cura, preferibilmente usando un insieme di caratteri
 
alfanumerici e speciali, dal momento che questa password permetter&agrave; di
 
modificare le parti pi&ugrave; critiche del sistema.</p>
 
 
 
<p>Una volta finito di editare i file di configurazione, scegliere Return per
 
tornare al menu principale. Il setup rigenerer&agrave; il ramdisk iniziale per
 
abilitare i cambiamenti fatti a mkinitcpio.conf.</p>
 
 
 
<h4>Installare un Bootloader</h4>
 
 
 
<p>'Install Bootloader' installerà e vi aiuterà a configurare il bootloader che è stato
 
selezionato nella sezione "Selezionare i pacchetti".</p>
 
 
 
<p>Un editor si aprirà, permettendovi di modificare il file appropriato di configurazione del bootloader,
 
che l'installatore deve pre-popolato. Si dovrebbe controllare e modificare questo file, se necessario,
 
per ospitare la configurazione di avvio.</p>
 
 
 
<p><strong>/boot/syslinux/syslinux.cfg</strong>
 
(Syslinux)
 
Dopo aver controllato la configurazione del bootloader per correttezza, vi verrà chiesto di
 
consentire al programma di installazione do impostare il flag di boot e installare
 
sull'MBR Syslinux.</p>
 
 
 
<p><strong>/boot/grub/menu.lst</strong> (Grub)
 
Dopo aver controllato la configurazione del bootloader per correttezza, vi verrà chiesto
 
di inserire il dispositivo dove installare il bootloader. È necessario installare GRUB nel
 
MBR del disco di installazione.</p>
 
 
 
<h4>Uscire dall'installazione</h4>
 
 
 
<p>Vi verrà mostrato un riepilogo dell'installazione, elencando i passaggi e se eseguiti
 
correttamente o meno. Se tutto è andato bene, uscire dal programma di installazione,
 
digitare reboot dalla riga di comando, rimuovere i supporti di installazione e incrocia le dita!</p>
 
 
 
<h3>Procedura d'installazione automatica</h3>
 
 
 
<p>Con la procedura di installazione automatica, &egrave; possibile fare installazioni
 
automatiche tramite script.
 
Vedere [#Aif_the_installation_tool 2.3 AIF, il programma di installazione].
 
In /usr/share/aif/examples si troveranno profili di esempio che non hanno
 
bisogno di nessuna modifica o quasi per installare il sistema:</p>
 
 
 
<ul>
 
<li>generic-install-on-sda
 
in questo file vengono impostate alcune cose che si possono fare durante
 
l'installazione (aggiungere di pacchetti personalizzati, impostare il fuso
 
orario, aggiornare i file di configurazione, ecc).Configura una semplice
 
installazione (con una struttura simile a quella che si ottiene con
 
Auto-prepare) su /dev/sda</li>
 
<li>fancy-install-on-sda
 
molto simile a generic-install-on-sda, ma installa un sistema con
 
supporto a filesystem crittografati (LVM / dm_crypt) su /dev/sda</li>
 
</ul>
 
 
 
<p>Si noti che questi file sono semplici file di bash, quindi se si desidera
 
definire per esempio SYNC_URL, questo deve essere racchiuso tra apici singoli
 
per evitare che bash espanda $repo</p>
 
 
 
<p>Richiamare come aif -p automatic -c /percorso/del/file/di/configurazione.
 
Ovviamente, non si deve dimenticare di modificare i nomi dei dischi rigidi a
 
meno che non si voglia usare /dev/sda.</p>
 
 
 
<h4>Sintassi del file di configurazione</h4>
 
 
 
<p>I file di configurazione saranno interpretati dalla shell bash, quindi devono
 
contenere codice bash valido.</p>
 
 
 
<p><strong>PARTITIONS:</strong> Permette di definire le partizioni del proprio disco rigido,
 
separate da spazi.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li>prima viene il file del dispositivo per il disco rigido</li>
 
<li>quindi per ogni partizione che si desidera: dimensione in MiB (o '*' per
 
tutto lo spazio restante), il tipo di filesystem e, facoltativamente, un '+'
 
per selezionare il flag avviabile separate dai due punti (':')</li>
 
</ul>
 
 
 
<p><strong>BLOCKDATA:</strong> In questa variabile multiriga si pu&ograve; stabilire come ciascuna
 
partizione dovrebbe essere usata. Studiare gli esempi per vedere
 
come funziona.</p>
 
 
 
<h3>Personalizzare l'installazione</h3>
 
 
 
<p>&Egrave; inoltre possibile personalizzare l'installazione, scrivendo nuove procedure
 
(possibilmente derivate da quelle attuali) o file di configurazione per le
 
procedure che lo supportano (p.es. automatico).
 
Si hanno le librerie AIF a disposizione e si possono creare nuove librerie
 
(si veda /usr/lib/aif).
 
Questo &egrave; in costante evoluzione. Consultare il file README di AIF per maggiori
 
informazioni.</p>
 
 
 
<h1>Il nuovo sistema</h1>
 
 
 
<p>Se tutto &egrave; andato a buon fine, si pu&ograve; riavviare il sistema (assicurandosi che
 
non si avvii di nuovo dallo stesso disco USB o dal CD-ROM).</p>
 
 
 
<p>Nel "early userspace" (la parte che viene immediatamente dopo il
 
bootloader) vengono eseguiti gli hook (definiti in mkinitcpio.conf) necessari
 
per ottenere il filesystem root.
 
Se si utilizza lvm, verr&agrave; eseguito l'hook lvm. Se si usa la crittografia, verr&agrave;
 
eseguito sia l'hook keymap che l'hook encrypt in modo che si possa inserire la
 
password per decrittare il volume.</p>
 
 
 
<p>Quando il sistema sar&agrave; avviato sar&agrave; possibile autenticarsi come root, senza
 
alcuna password, ma nella procedura interattiva &egrave; possibile impostarne una.</p>
 
 
 
<h1>Ulteriori Informazioni</h1>
 
 
 
<h2>Gestione dei pacchetti</h2>
 
 
 
<p>Pacman &egrave; un gestore di pacchetti che tiene traccia di tutto il software
 
installato sul sistema. Risolve automaticamente le dipendenze e usa
 
archivi in formato .tar.gz standard per tutti i pacchetti. Di seguito vengono
 
spiegate alcune operazioni ordinarie che si potrebbe aver bisogno di utilizzare
 
durante l'installazione, con i loro rispettivi comandi. Per una spiegazione pi&ugrave;
 
approfondita delle opzioni di pacman, leggere la sua pagina di manuale o
 
consultare il wiki di Arch Linux [http://wiki.archlinux.org/index.php/Pacman_(Italiano) Wiki].</p>
 
 
 
<p><strong>Operazioni ordinarie:</strong></p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Aggiornamento della lista dei pacchetti</p>
 
 
 
# pacman --sync --refresh
 
 
 
# pacman -Sy
 
</ul>
 
 
 
<p>Recupera un nuovo elenco dei pacchetti dai repository definiti nel file
 
/etc/pacman.conf e lo decomprime nel database locale.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Cercare un pacchetto nei repository</p>
 
 
 
# pacman --sync --search <regexp>
 
 
 
# pacman -Ss <regexp>
 
</ul>
 
 
 
<p>Cerca ogni pacchetto all'interno dei database remoti il cui nome o descrizione
 
corrispondono con regexp.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Mostrare informazioni di un pacchetto dal database del repository</p>
 
 
 
# pacman --sync --info foo
 
 
 
# pacman -Si foo
 
</ul>
 
 
 
<p>Mostra le informazioni dal database dei pacchetti sul pacchetto foo
 
(dimensioni, data di costruzione, dipendenze, conflitti, ecc)</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Aggiungere un pacchetto dal database dei pacchetti</p>
 
 
 
# pacman --sync foo
 
 
 
# pacman -S foo
 
</ul>
 
 
 
<p>Recuperare e installare il pacchetto foo, completo di tutte le dipendenze che
 
richiede. Prima di utilizzare qualsiasi opzione di sincronizzazione,
 
assicurarsi di aver aggiornato la lista dei pacchetti.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Visualizzare tutti i pacchetti installati</p>
 
 
 
# pacman --query
 
 
 
# pacman -Q
 
</ul>
 
 
 
<p>Elenca tutti i pacchetti installati nel sistema.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Controllare se un pacchetto &egrave; installato</p>
 
 
 
# pacman --query foo
 
 
 
# pacman -Q foo
 
</ul>
 
 
 
<p>Questo comando visualizzer&agrave; il nome e la versione del pacchetto foo solo se
 
questo &egrave; installato nel sistema.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Mostrare informazioni su un pacchetto specifico</p>
 
 
 
# pacman --query --info foo
 
 
 
# pacman -Qi foo
 
</ul>
 
 
 
<p>Mostra informazioni sul pacchetto installato foo (dimensione, data di
 
installazione, data di costruzione, dipendenze, conflitti, ecc.)</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Mostrare la lista dei file contenuti in un pacchetto</p>
 
 
 
# pacman --query --list foo
 
 
 
# pacman -Ql foo
 
</ul>
 
 
 
<p>Elenca tutti i file appartenenti al pacchetto foo.</p>
 
 
 
<ul>
 
<li><p>Trovare a quale pacchetto appartenga uno specifico file</p>
 
 
 
# pacman --query --owns /percorso/del/file
 
 
 
# pacman -Qo /percorso/del/file
 
 
 
 
 
<p>Questo comando mostra il nome e la versione del pacchetto che contiene il
 
file passato come parametro con il percorso completo.</p>
 
 
{{exit}}
 
{{exit}}

Versione attuale delle 22:59, 29 ago 2012

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Introduzione

Tramite PoliArch è possibile avviare il setup per installare il sistema su disco rigido, per iniziare il setup bisogna disporre di un dispositivo con il sistema PoliArch a bordo, a tal proposito vedere:

Nota

Installazione

script scritti in Bash che semplificano l'installazione di (Poli)Arch Linux.

Questo articolo riassume un processo di base di installazione con questi script.

Partizionare i dischi

  • Ricordarsi di creare tutti i dispositivi a blocchi accatastati come LVM, LUKS, o RAID.
  • Se si sta utilizzando (U) EFI avrete probabilmente bisogno di un'altra partizione per ospitare la partizione di sistema UEFI (FAT32 >= 512Mb).
  • Formattare le partizioni

Montare le partizioni

  • Montare la partizione di root su /mnt .

Si devono anche creare le directory per montare le altre partizioni (es: /mnt/boot, /mnt/home, ecc..) se si desidera che vengano rilevate da "genfstab".

Installare il sistema base

Prima di procedere è necessario modificare il file /etc/pacman.d/mirrorlist abilitando i mirror di vostro gradimento e facendo in modo che risulti in cima alla lista. Questa copia del mirrorlist sarà pure installata sul nuovo sistema da pacstrap , quindi conviene impostarlo come si deve. Utilizzare lo script pacstrap (https://github.com/falconindy/arch-install-scripts /blob/master/pacstrap.in) che installerà il sistema base. Il gruppo base-devel dovrebbe essere installato se si prevede di compilare software dal AUR o usando ABS.

# pacstrap /mnt base base-devel

Altri pacchetti possono essere installati aggiungendo i loro nomi al comando precedente (separati da uno spazio), incluso il bootloader che si desidera.

Installare un bootloader

Grub

Sistemi BIOS
# pacstrap /mnt grub-bios
Sistemi EFI
# pacstrap /mnt grub-efi-x86_64

Installare GRUB dopo aver effettuato il chroot (/mnt).

Syslinux

# pacstrap /mnt syslinux

Configurare il sistema

  • Generare un file fstab con il seguente comando (se si preferisce utilizzare gli

UUID o i labels , aggiungere risperttivamente le opzioni -U o -L ):

# genfstab -p /mnt >> /mnt/etc/fstab
  • Entrare tramite chroot nel nostro nuovo sistema installato.
# arch-chroot /mnt
  • Scrivere il proprio hostname nel file /etc/hostname .
# echo "nome-pc" > /etc/hostname
  • creare un link simbolica da /usr/share/zoneinfo/Zone/SubZone a /etc/localtime .

Rimpiazzare Zone e Subzone in base alle proprie preferenze. Per esempio:

# ln -sf /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime
  • Impostare il proprio locale in /etc/locale.gen
# locale-gen
  • Configurare /etc/mkinitcpio.conf in base alle proprie necessità (di solito da lasciare invariato) e creare l'immagine ramdisk iniziale con:
# mkinitcpio -p linux

Configurare il bootloader

  • Per syslinux, modificare il file /boot/syslinux/syslinux.cfg per puntare alla giusta

partizione di / (root). Quindi digitare il seguente comando per installare ( -i ), impostare il flag di avvio ( -a ) e installare sull'mbr ( -m ).:

# syslinux-install_update -iam

Per GRUB:

# grub-install /dev/sdX

Creare ora il file grub.cfg

# grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg
  • Impostare la password di root con
# passwd
  • Smontare le partizioni montate
# cd ; umount /mnt/* ; umount /mnt

NOTA: Se si è ancora in ambiente chroot, uscire con

# exit

o

# Ctrl+D

Riavviare il computer e proseguire nella configurazione del nuovo sistema installato.

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